La maschera di Arlecchino è parte della Commedia dell’Arte, spettacoli all’aria aperta in cui gli attori improvvisavano e la scenografia era fatta di pochi oggetti, e i personaggi erano fissi: zanni, innamorati e medici. Diverse sono le storie sulla nascita del personaggio di Arlecchino, quel che è certo è che ha origini bergamasche e povere, appartiene alle figure degli zanni, che nella Commedia dell’Arte ha uno spirito villanesco e furbo, ma al contempo sciocco. Servo di un’altra maschera, Pantalone, indossa un particolare abito fatto di toppe di abiti sdruciti del proprio padrone. La maschera nera che copre il viso sembra trovare origini già dal medioevo, epoca nella quale le credenze pagane gli assegnavano una connotazione “demoniaca”, che vedeva la maschera Arlecchino a capo di una schiera di spiriti dei morti che correva sulla terra nel periodo più scuro dell’inverno.
Grazie alla Commedia dell’Arte, che nel XVI secolo questa maschera viene rivisitata, diventando l’emblema della comicità, altro non è che un servo-facchino che in modo scaltro tenta di prender soldi da padroni avidi e stupidi e burlarsi di questi, ma alla fine non gliene va bene una, è oggi la maschera più amata dai bambini grazie al suo abito e alla sua smisurata voglia di scherzi.
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